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Quali sono i fattori di rischio del tumore mammario?

Durante la prima visita senologica è compito del medico informarsi sulla storia clinica della paziente, sulle sue abitudini, sulla presenza di patologie o di tumori mammari in famiglia, sull’assunzione di terapie ormonali, sul numero di gravidanze e sull’età del primo ciclo mestruale o dell’inizio della menopausa.  Ciò serve ad identificare i fattori protettivi e quelli di rischio nello sviluppo di un tumore al seno.

In Italia, il carcinoma mammario è il tumore femminile più frequente e colpisce ben 1 donna su 8, in particolare in età compresa tra i 40 e i 55 anni. Pertanto, una diagnosi precoce è di fondamentale importanza per la cura e la prognosi della malattia.

La valutazione individuale del rischio di ammalarsi di cancro per ogni donna è complicata ed approssimativa in quanto i fattori causali determinanti la malattia sono molteplici e interagiscono tra di loro.

Tra i principali fattori di rischio c’è l’età. Se infatti il tumore al seno è molto raro tra i 20 ed i 30 anni, le probabilità di ammalarsi cresce fino ai 45 anni, con un picco più alto verso la menopausa. Ad influire sull’aumento del rischio di carcinoma mammario durante il periodo premenopausale sono principalmente i fattori genetici ed ormonali, mentre in postmenopausa è legato a fattori ambientali.

Altro fattore di rischio è la familiarità. C’è un aumento delle probabilità di ammalarsi di tumore al seno nelle donne che hanno parenti di primo grado (madre, sorella, figlia) che hanno già affrontato o stanno affrontando la malattia, in special modo se il tumore è bilaterale e si è manifestato in premenopausa.

C’è poi l’ereditarietà, seppur rappresenta una piccola percentuale rispetto alla forma sporadica della malattia. Mutazioni dei geni BRCA 1 e BRCA 2 aumentano il rischio di sviluppare un tumore al seno rispettivamente del 45-60% e del 25-40% rispetto alla popolazione generale.

Un ruolo importante è attribuito alla storia ormonale. Avere una vita fertile prolungata (menarca precoce e menopausa tardiva) viene considerato tra i fattori influenzabili lo sviluppo di un tumore mammario; al contrario, una gravidanza in età giovanile ne riduce il rischio rispetto ad una gravidanza a termine dopo i 35 anni.

L’utilizzo prolungato per oltre 10 anni di contraccettivi orali viene annoverato tra i fattori di rischio del tumore al seno. La causa infatti è una stimolazione prolungata dell’epitelio dei dotti mammari da parte degli estrogeni e del progesterone. Tuttavia, tale rischio è basso e si annulla dopo 6 anni dall’interruzione della terapia.

Lo stesso vale per la TOS (terapia ormonale sostitutiva) utilizzata per attenuare i disturbi della menopausa se l’assunzione è superiore ai 5 anni. Tale rischio aumenta inoltre con l’associazione di estroprogestinici rispetto ai preparati con i soli estrogeni.

Indipendentemente da altri fattori di rischio, c’è poi da considerare il seno in quanto ghiandola. Avere una mammella radiologicamente “densa” è di per sé un fattore di rischio.

Pertanto per contrastare questi ed altri fattori di rischio è importante adottare uno stile di vita sano, seguendo una alimentazione corretta, ricca in fibre, frutta e verdura, favorendo l’assunzione di cibi a basso indice glicemico e basso contenuto di grassi saturi. Attività fisica quotidiana e l’astensione dal fumo riducono anche essi il rischio di ammalarsi di tumore mammario e di ogni altro tipo di neoplasia.