Adele Lambiase
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LINFONODI ASCELLARI: GLI EFFETTI DEL VACCINO ANTI-COVID19

Ho avuto la fortuna di vaccinarmi tra i primi in Italia, essendo la categoria dei sanitari (medici, infermieri, operatori, ecc.) in pima linea nella battaglia contro il Covid-19. Non posso negare di aver avuto un po’ di timore nel sottopormi al vaccino senza sapere quali potessero essere gli effetti collaterali. Con la seconda dose del vaccino ho avuto febbricola, spossatezza, cefalea, dolore al punto di inoculazione del vaccino, ed il tutto è durato poco più di 24 ore, per fortuna dopo nient’altro.

Nel frattempo, durante la mia attività di senologa, mi è capitato di visitare alcune donne e riscontrare con estrema sorpresa, in seni clinicamente sani, la presenza di linfoadenopatie in sede ascellare. Nel sottoporle ad ecografia mammaria, sono andata alla ricerca di lesioni del seno, perché quei linfonodi globosi, aumentati di dimensioni, di un solo cavo ascellare mi hanno fatto pensare al peggio, fino a quando, all’improvviso, l’illuminazione.

Si trattava di tutte donne sottoposte a vaccino anti-Covid che avevano sviluppato una linfoadenopatia reattiva del cavo ascellare omolaterale al braccio dove era stata somministrata la dose di vaccino. Una mia amica infermiera ha avuto un’infiammazione non solo dei linfonodi ascellari, ma anche di quelli adiacenti la clavicola, con non poca ansia e preoccupazione. Per fortuna la reazione è durata poche settimane e prima di fasciarci la testa ed eseguire biopsie mirate abbiamo deciso di ricontrollare queste sedi a distanza di poche settimane, riscontrando una fisiologica risposta del sistema immunitario con rientro dei linfonodi alle dimensioni ordinarie.

La presenza di linfonodi reattivi del cavo ascellare omolaterale al braccio del vaccino, si evidenzia non solo con l’ecografia mammaria ma anche alla mammografia, a cui le donne dai 40 anni in su si sottopongono per prevenzione contro il tumore al seno. È buona norma per cui dare una corretta informazione al medico prima di sottoporsi a questi esami strumentali, segnalando la recente esposizione al vaccino anti-Covid. Così facendo si riducono le preoccupazioni e le richieste di approfondimenti diagnostici con altri esami o con delle biopsie linfonodali.