Le cisti ovariche sono neoformazioni che si sviluppano a carico delle ovaie; sono un fenomeno molto frequente, che spesso non riveste un carattere patologico, essendo legato al funzionamento delle ovaie ed alla produzione degli ormoni sessuali che influiscono sulla maturazione e sulla crescita dei follicoli, che si riempiono di liquido dando luogo alla cisti.
Si parla in questo caso di cisti funzionali che, quasi sempre, si riassorbono in modo spontaneo, con l’arrivo del nuovo flusso mestruale. Molto spesso sono indolori e raramente possono rompersi causando dolore e complicanze emorragiche.
Diversa è invece la sindrome dell’ovaio policistico, condizione in cui l’ovaio non presenta una vera e propria cisti, ma solo un numero di strutture follicolari superiore alla media, con ripercussioni sulla regolarità del ciclo mestruale.
Esistono poi cisti che non hanno un legame diretto con il ciclo mestruale, ma rappresentano vere e proprie neoformazioni dell’ovaio, come per esempio le cisti endometriosiche (dette anche cisti “cioccolato” per il loro colore brunastro dovuto al contenuto ematico), causate dallo sviluppo di tessuto endometriale normalmente presente nella cavità uterina, in sedi anomale, come appunto le ovaie, e le cisti dermoidi (o teratomi), di derivazione embrionaria che al loro interno possono contenere sebo ed altri tessuti, come denti, capelli, ossa.
A differenza delle cisti funzionali che normalmente non danno sintomi, le cisti endometriosiche possono dare dolore che si intensifica durante il ciclo mestruale o durante i rapporti sessuali, possono portare a minzioni frequenti, per la pressione della cisti sulla vescica, finanche all’aumento di volume dell’addome, con febbre e fastidi intestinali quando si ingrandiscono.
La maggior parte delle cisti ovariche è benigna ma, dopo i 40 anni e in età post-menopausale, l’insorgenza di una nuova cisti ovarica può essere di natura tumorale maligna.
Per questo motivo, è importante eseguire visite ginecologiche periodiche con controllo ecografico transaddominale o ancora meglio transavaginale, in presenza di sintomi di nuova insorgenza, come dolori pelvici, irregolarità del ciclo mestruale o aumento di volume dell’addome. L’utilizzo della pillola anticoncezionale permette una diminuzione del rischio di sviluppare una cisti ovarica.
In caso di neoformazioni ovariche sospette, è utile eseguire il dosaggio plasmatico di marcatori tumorali specifici come il CA 125 o il Ca19.9 (anche se in realtà andrebbero dosati esclusivamente nel follow-up di cisti già operate) ed indagini strumentali di secondo livello come TC o RMN che spesso possono risolvere dubbi diagnostici sulla natura e sulla sede della cisti.
In genere le cisti funzionali non hanno bisogno di trattamento, poiché sono destinate a riassorbirsi nel giro di uno-due cicli mestruali. Se gli esami indicano la presenza di una cisti di natura benigna, ed essa è asintomatica, è necessario soltanto eseguire un monitoraggio ecografico periodico, per controllare aspetto e dimensioni della neoformazione.
In alcuni casi, lo specialista può prescrivere un contraccettivo orale che può permettere il riassorbimento o la riduzione volumetrica della cisti e ne riduce il rischio della formazione di altre di nuova insorgenza.
L’asportazione chirurgica della cisti ovarica diventa necessaria quando le cisti tendono ad aumentare di volume o presentano un cambiamento della loro morfologia, cosa che può far sospettare la natura maligna della neoformazione.